giovedì 22 settembre 2011

Politica e zaini


Le metafore non sono mai perfette, ma aiutano a capire.
  Uno zaino. Ti regalano uno zaino. Beh, mica si dice di no a uno zaino, ti pare?
  Così tutto contento lo infili, è leggero e resistente, niente male. Ed è gratis.
  Poi dopo un po' ti sei abituato a sentirlo sulle spalle. E in quel momento, ecco, zzzip ti aprono un pochino la lampo dello zaino e ci infilano una pietra.
  Niente di che, poco più di un sasso. La differenza di peso è insignificante, non è né troppo poca per ignorare la cosa né troppa per ribellarti. Ci rimani male? E dai, si tratta solo di un sasso. Mica puoi toglierti lo zaino per questo.
  Così ora porti sulle spalle lo zaino. E un sasso dentro.
  Ti ci abitui.
  In quel momento, zzzip. Un secondo sasso.
  Ehi, scherziamo? Ma ormai sai che al primo ti ci sei abituato subito, in fondo non è un vero fastidio, poco tempo e ti abituerai anche al secondo peso. E poi che altro dovresti fare?  Fermarti, slacciare gli spallacci ben saldi, togliere lo zaino, aprirlo e rovesciare i sassi in strada? Troppa fatica. E intorno a te tutti, proprio tutti portano lo stesso zaino con gli stessi due sassi. Di che ti lamenti? Vuoi rinunciare allo zaino per due sassi?
  Incredibilmente al peso del secondo sasso ti ci abitui in metà tempo.
  E zzzip. Terzo sasso.
  Ormai sai come funziona. Lasci fare. Un sasso in più che vuoi che sia?
  Lasci fare. Ti abitui al peso crescente sempre in meno tempo. Addirittura dopo un po’ ti aspetti senza più stupirti l’arrivo del prossimo sasso, hai già pronta una protesta da bisbigliare giusto per pro-forma, ti lamenti ma lo zaino è sempre sulle spalle, sempre più pieno e più pesante sasso dopo sasso. Impari a muoverti differentemente da prima, non corri più, cammini sempre con più fatica: ma impari prima a gestire, poi a tollerare e quindi a sopportare il peso.
  Sino a che, piano piano, non diventa davvero troppo, troppo pesante. Ti schiaccia.
  Ti avessero subito messo sulle spalle uno zaino così opprimente ti saresti ribellato immediatamente urlando e tirando calci ma no, piano piano, abituandoti a ogni sasso in più, ormai non puoi ribellarti. Tutto quel peso sempre crescente che hai accettato e sopportato ormai ti ha sfiaccato, non hai le forze per protestare come dovresti. E zzzip, ecco una pietra e ancora una pietra a seguire. Ti schiaccerà e lasci fare perché ormai non riesci più neanche ad alzarti in piedi.
  Ecco, questo è il sunto di ciò che la politica attuale ha fatto ai cittadini. Piano piano, ingiustizia su oppressione, abbiamo protestato ma accettato tutto. Se ci avessero dato subito un Governo di truffatori capace di ridurre al lastrico i lavoratori e senza futuro i figli, capace di distruggere tutte le conquiste e i progressi ottenuti nei decenni, beh, avremmo detto di no, troppo pesante da portare sulle spalle, ci saremmo ribellati con decisione e fermezza.
  Ma sasso su sasso eccoci sfiaccati, troppo occupati a lottare con le ultime forze per restare non dico in piedi ma almeno in ginocchio mentre il peso ci spinge a terra, con lo zaino che si apre in attesa della prossima pietra a cui non sappiamo se riusciremo a sopravvivere.
  E zzzip...

2 commenti:

elisa ha detto...

mentre lo scriveva,sul trenino,io leggevo e quando ha scritto "Ti schiaccerà e lasci fare perché ormai non riesci più neanche ad alzarti in piedi" pensavo "ti potrebbe schiacciare ma ancora lasci fare anche se avolte ti sembra di non poter nemmeno alzarti in piedi"... Pensavo che avrei lasciato la speranza della reazione. Avrei voluto parlarle ma temevo di essere intrusiva. Ora le posto qs commento e magari se la incrocio nuovamente le rivolgerò un sorriso. :)

Gianni Sarti ha detto...

:) Grazie del commento Elisa! :) È stata una inaspettata sorpresa!
Di natura non sono pessimista, anzi. Sono sicuro che una volta toccato il fondo tocchi per forza risalire. Ehm, magari ci vorrà un secolo o due :D ma la via è quella. In questa situazione però sono anni che sento dire "abbiamo toccato il fondo" e anziché salire continuiamo ad affondare…
Non m'intendo di politica, questo post è stato solo uno sfogo. Banale, ovvio, inutile: ma un "uffa!" tenuto dentro fa solo male.

Sul treno si è tutti distanti chilometri, nonostante si stia l'uno addossato all'altro. Era l'unico momento in cui potevo scrivere questo "uffa!" che rimandavo da tanto, vero, ma un po' di intrusione non mi disturba affatto, anzi. Salgo su quei vagoni dal '78 ogni giorno e già nel '79 desideravo che i Sioux a cavallo attaccassero il treno giusto per avere un diversivo. :)

Buon viaggio Elisa!