lunedì 2 aprile 2012

Forma e funzione dei mangiatori di Nutella


  Forma e funzione. Che c’è di complicato?
  La funzione modella la forma, la forma rende più semplice la funzione.
  Lasciamo stare il collo delle giraffe e prendiamo in esame qualcosa di più spicciolo.
  Se noi dovessimo correre tutti i giorni per delle ore, beh, il corpo si modellerebbe diventando pian piano il più adatto possibile a svolgere la funzione della corsa. Se dovessimo continuamente sollevare pesi, i muscoli si adeguerebbero per facilitarci l’operazione (o ci suggerirebbero di smettere subito con una convincentissima ernia).

  Ecco, questa è la cosa buffa. Dovrebbe essere il corpo a trasformarsi per renderci più facile svolgere una nostra esigenza, la forma modellata dalla funzione.
  E invece? Invece un mucchio di gente corre per trasformare il corpo in un corpo adatto alla corsa, e alza pesi per trasformare il corpo in un corpo adatto ad alzare pesi. Da matti, no? :) E così ci sono corpi adatti alla corsa che non hanno nessun bisogno di correre, anzi abitano la scrivania dalle 8 alle 17. E corpi adattati ad alzare decine di chili con i bicipiti che poi devono alzare solo pratiche di lavoro.

  Stesso discorso per l'abbronzatura. Una componente dei raggi solari è dannosa alla pelle, genera dimeri di timina, una cosa che solo a sentirla viene da grattarsi. Così quando la pelle è esposta al sole crea melanina, che scurisce la pelle per difenderla e bloccare la penetrazione della componente dannosa dei raggi solari.
  Insomma, ci mettiamo al sole per trasformare la pelle in una pelle scura adatta a esporsi al sole! E poi con quei corpi ci rinchiudiamo in uffici a cubicolo e case con lampade a basso consumo...

  Perché facciamo tante fatiche? Per pura estetica. Quindi troviamo belli i corpi adatti alla corsa, capaci di sollevare pesi, con buone difese contro il solleone.
  Evidentemente il nostro orologio biologico è tarato a qualche secolo indietro. Ho paura a immaginare quali saranno i canoni estetici fra trecento anni, quando il maschio dominante sarà l'impiegato perfetto…

martedì 6 marzo 2012

Benvenuti nel buffo spettacolo!


  Il corpo che indossiamo è un burattino. Nello spettacolo in cui si muove vive come gli altri burattini, convincendosi che tutto ciò che ha intorno sia la realtà, testone di cartapesta incluso.

  Nel burattino c'è una mano. Noi siamo la mano. Nascosti dentro il burattino, la parte veramente viva di quel corpo che si crede vero. Ma ci vuole un briciolo di pazzia per immaginarlo sul serio.

  Lo spettacolo è una finzione, una pantomima in cui le mani imparano sempre più l'arte del burattinaio, come un pianista ad ogni esecuzione impara a muoversi sulla tastiera in maniera sempre più perfetta. Quando un burattino muore forse la mano si sfila e indossa una nuova maschera, diventando un nuovo personaggio e comportandosi di conseguenza, ma conservando l'abilità che ha imparato sinora. O forse no. Quando lo scoprirò sarà troppo tardi per scriverlo in questo blog.

  Oltre il teatrino c'è un corpo unico. Un essere buffo con milioni di mani. Io sono spudoratamente agnosta, e come tutti gli agnostici convinti ma curiosi e senza preconcetti credo in qualcosa. Uh beh non lo chiamerò mai dio, e no. Un corpo unico che unisce tutte le mani e condivide con loro la vita, così come l'oceano unisce tutte le onde e dà loro la vita. Magari una semplice fonte d'energia spaventosamente immensa di cui noi, noi-mani, siamo le propaggini.

  È un buffo spettacolo questo. E ci distrae continuamente dal burattinaio con un milione di mani, anche se noi siamo parte di quel burattinaio.

  Beh, ho sempre creduto che la realtà sia solo il teatrino di questo burattinaio. Ultimamente poi un libro mi ha perseguitato ovunque andassi, Autobiografia di uno yogi di Pramahansa Yogananda, finché non l'ho acquistato. E ho scoperto che simpatici mattacchioni indiani dallo humor di un capocomico hanno fatto scienza di questo semplice quadro. Molti di loro sono mani senza burattini, non ne hanno più bisogno, altri entrano ed escono dal teatrino a piacere. Wow.
  Non credo che questo libro mi cambierà la vita, come continua ad affermare una mole inimmaginabile di gente magari sconosciuta che incontro casualmente, perché non mi dice nulla di veramente nuovo. Però me la renderà molto più felice dal momento che mi conferma che non sono l'unico strampalato visionario su questo pianeta di cartapesta. :)