martedì 23 marzo 2010

Fragoline nel fondo


Beh, parliamone. :)

A volte basta poco, ma poco davvero, tipo toccare il fondo e trovarci una fragola di bosco, per cambiare prospettiva.
A volte basta poco, ma poco davvero, e di colpo i problemi non scompaiono, no, certo che no, i dubbi non si risolvono, figuriamoci, ma ecco che improvvisamente si scopre che può accadere tutto e può accadere subito, erano decenni che non capitava più e questo sapore meraviglioso di menta tra i denti, di sangue tra le labbra è una droga bellissima, sa di vita, il futuro è una carta bianca e tutti i problemi che contiene non riescono a renderla meno meravigliosa. :)
A volte, sempre quelle volte lì, nel momento in cui avresti detto "Io? In una ipotetica situazione simile? Naaa, mi suiciderei, sarei uno zombie" invece scopri che non funziona così, in una reale situazione identica a quella del "Naaa" scopri improvvisamente il gusto e la gioia di vivere, sarà la primavera, sarà che il mondo è sempre più simile ad un folle Luna Park e prenderlo sul serio è un errore che non farò mai più, sarà che in fondo in fondo sono matto come un quarantacinquenne innamorato della vita più di un ragazzino.
A volte, beh inutile ripeterlo, a volte non te lo dici che vivere è bellissimo, solo perché è talmente ovvio che lo esterni in ogni saluto, in ogni sorriso, ogni volta che guardi le nubi o rallenti il passo osservando orgoglioso il tramonto che se sta lì lo fa anche per te, senza dubbio, e rimane male se non lo apprezzi sinceramente.

A volte ringrazi l'Universo che esista esattamente così com'è con tutte le crudezze e le stronzatelle che lo caratterizzano, con un ipotetico Dio sadomaso rincoglionito a governarlo, con tutti gli errori che hai fatto e che farai perché fanno parte del gioco. Ringrazi Damiano per risponderti al telefono con quell'entusiasmo che rispecchia il tuo, ringrazi Monique che pensavi scomparsa e invece vuole sapere "stai bene?", ringrazi il biglietto "Buona colazione!" sul tavolo con il suo cuoricino al posto del puntino della "i" e soprattutto ringrazi con tutta l'anima chi l'ha scritto, ringrazi Emanuela che è pronta a perdere il treno pur di prendere il successivo, un'ora dopo, con te, ringrazi Roberto e le sue teorie sulle fragoline. Ringrazi Norah Jones che fa compagnia mentre prendo il tè verde, e due occhi scuri di bimba che ovunque siano ora ti considerano un eroe a prescindere. E le coincidenze. Amici scomparsi per decenni ritrovati due giorni dopo aver pensato a loro. Colleghi sempre riservati che si abbandonano a conversazioni personali come vecchi amici. Una serata al pub con mia figlia a bere Porto e Chinotto e parlare di donne, uomini, noccioline e misteri della vita.
Insomma, lista interminabile, e ho già rotto abbastanza i cabasisi, lo so. :)
Ma a volte, ecco, a volte senti il bisogno, eh sì, parola esatta: il "bisogno", di dire che questo assurdo folle Universo è meraviglioso e il trucco è solo riuscire a riderne come di una battuta assurda di Groucho Marx, il trucco è solo di riuscire a vederne la bellezza come nella rugiada intrappolata da una ragnatela all'alba.

Una volta sono decollato da Poggio Bustone. Al decollo il vento era nella norma, ma appena alzato in volo c'erano movimenti furiosi che strapazzavano parapendio e pilota. Come stare in un rodeo, nell'unico posto sbagliato dove sedersi. :) Beh, adrenalina a mille, allarme rosso che urla, correnti che strapazzano e ti proiettano in alto come un proiettile, la vela che sembra viva e incazzata nera, i denti serrati e il corpo pronto a mille emergenze. Un minuto, due, cinque. Insostenibile. Panico. Panicopanicopanico.
Dopo cinque minuti di quella trottola ho avuto un solo pensiero.
Ero nel momento peggiore, entrato per metà in una termica violenta e affatto pronta al dialogo.
Un solo pensiero: "Toh ma non mi sono ancora schiantato. E allora non c'è da preoccuparsi. Quindi basta con la tensione e godiamoci questo rodeo!"
e da quel momento sorriso a trentadue denti, urla alla "Yabbadabadoo!" e mi sono gustato uno dei voli più belli della mia vita.
Ecco, in questi giorni qualcosa mi ha ripetuto dentro "Toh ma non mi sono ancora schiantato!" e sinceramente i trentadue denti sono in parata e voglio godermi il volo, qualunque cosa accada, ovunque il vento mi porti.

A volte, sì, a volte basta poco.

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