venerdì 21 aprile 2017

Non è mica facile scrivere fantascienza!

Colosseo, gladiatori  Natale di Roma? 2770 anni fa due fratelli litigarono per il nome da dare a un investimento edilizio e ci scappò il morto. 800 anni dopo l’imperatore Claudio decise di festeggiare quella data, ma porca vacca dovevano passare altri 1500 anni prima dell’uso dei calendari affidabili, quindi Claudio ricavò la data dai calcoli astrologici, che è come scrivere la storia d’Italia basandosi su Novella 2000 e Cronaca Nera. E oggi, 27 secoli e mezzo dopo quell’omicidio, sotto lo scheletro dell’arena dove ci si ammazzava per spettacolo ci sono signori seri con poco plausibili uniformi di metallo e stoffa rossa a cui va tutta l’attenzione di ogni telefonino, palmare e smartphone presente nei dintorni.


   Una delle cose che adoro della fantascienza è la caratteristica di vedere ciò che è sotto gli occhi di tutti con significati nuovi. A volte basta cambiare una parola, come da risorto a non morto, ("La Pasqua: Anche quest'anno si è celebrato contemporaneamente l'alzarsi in cielo di un non morto e la fuga di un popolo attraverso un mare temporaneamente prosciugato da un dio, festeggiando con uno sterminio di cuccioli da sbranare e un rompere uova di cioccolata a pugni. No, in questo mondo non è mica facile scrivere fantascienza") o astrarre dal contesto un singolo evento, e tutto cambia. Una volta un mio amico definì "embrioni uccisi col calore e uniti a pezzi di pancia spellata" le semplici uova e pancetta, orripilante ma efficace. Non mi piace l'orripilante, preferisco l'esempio di Men In Black, dove il nostro vicino potrebbe nascondere un profugo extraterrestre protetto dal Governo.
Così a volte provo a osservare gli eventi normali come se fossi un alieno capitato qui per caso e la conclusione è sempre la stessa: ragazzi, uno scrittore di fantascienza ha vita davvero difficile, tutto quello che c'è di assurdo e incredibile già lo abbiamo trasformato in ovvio e quotidiano! E, sì, spesso è anche orripilante. Capita.

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