mercoledì 26 febbraio 2014

Quello che serve

  È tutto qua.
  Prendere un tè nella cucina in penombra e sognare un po’. Sorridere tra un sorso e l’altro.
  Sognare le cose meravigliose, non quelle che sarebbero potute accadere, no, proprio quelle che accadono. Ora, qui.
  Un tempo c’erano sogni. In quanto tali, irrealizzabili. Poi con un po’ di incoscienza eccoli diventare progetti. E la strada è presa, il mondo improvvisamente è diventato più bello. Infine eccoci, ora non sono nemmeno più progetti: sono realtà. Cose belle che, come frutti maturi, cadono dall’albero proprio tra le mani. Sogni di fumetti di biplani, di concerti da vivere, di racconti vestiti a festa, di voli e di aerei. Oggi Franco sulla sua falciatrice a motore aveva ricoperto l’aviosuperficie del profumo magnifico dell’erba appena tagliata, il lago sotto le nubi era uno specchio di piombo vecchio e lame di luce, gli hangar cominciano a conoscere i miei passi e io i loro odori, quando entro non sono più uno straniero. Qualche aereo potrebbe anche chiamarmi per nome. Eh sì. Presto anche io potrei cominciare a chiamare un aereo per nome.

  Ho appena finito di prendere un tè persiano nella penombra della cucina, sorridendo ai sogni che sono diventati realtà. Ci sono anziani che sorridono allo stesso modo per i loro ricordi più belli vissuti in un passato lontano. Io sorrido per oggi. Per tutte le cose belle che accadono, frutti che cadono, tanti da rendermi difficile riuscire a stare dietro a tutto. Ho eliminato Facebook, non ne ho il tempo, ho persino smesso di scrivere mail, spero che gli amici più cari possano capire.
  Ogni giorno prendo un tè nel pomeriggio, da solo o con le donne della mia vita. Nella cucina in penombra, sorridendo. E credo che, davvero, sia tutto qua. Quello che serve per essere felici.


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