sabato 28 dicembre 2013

Diamo i numeri. Pepe e l'iPhone.

  Non è bello fare i conti ma a volte capita, per sbaglio, di trovarsi in mezzo a un conto scomodo.

  Allora, è il 2013 ancora per un paio di giorni, poi anche questo numero cambierà insieme agli altri. Sì, i numeri cambiano. Viviamo in equazioni composte solo da variabili, dove ogni valore delle migliaia di variabili cambia di giorno in giorno, e non è facile smettere di comportarsi intuitivamente e accorgersi di quanto sia difficile fare i conti.
Cambia l’anno, cambia la data, cambiano i prezzi e le età. Oggi ho 49 anni, c’è un treno per Roma ogni 10 minuti, sto pensando di prendermi un esagerato iPhone 5S con contratto telefonico a 289 euro più 30 al mese per 30 mesi. Poi unisco i numeri. Io guadagno 1600 euro al mese, grazie al cielo, e lavoro 40 ore a settimana. Quasi sette giorni di fila in ufficio ogni mese. Ogni giorno di lavoro porta via almeno un’ora e mezza di viaggio tra andata e ritorno, ma questo non lo conto anche se sono ben 30 ore a mese che vanno in beneficenza. il conto è facile: 1600 euro per 160 ore: nonostante la busta paga dica cose bellissime, io guadagno 10 euro all’ora. Dieci euro. Un libro economico costa 10 euro. Cinque litri e mezzo di benzina sono dieci euro. La mia Kangoo con un pieno di 50 litri di gasolio fa 800 chilometri. Quando era nuova ne faceva 900. Quindi con 10 euro fa 88 chilometri. C’è una certa armonia in questo: io ci metto un’ora a guadagnare 10 euro e 10 euro mi fanno camminare l’auto per un’ora. Come i criceti nella ruota, la ruota gira solo lo stesso tempo in cui loro corrono.

  Ho pensato di comprarmi l’iPhone 5S, vero. Un vezzo, un altro numero che cambia: sostituirei il mio iPhone 4, non che non mi soddisfi, ma alcune caratteristiche del 5S mi piacciono davvero. Oddio, potrei vivere anche senza, certo, lasciando il 4 come costante anziché come variabile, ma perché?
Però sto facendo i conti. Purtroppo. E i conti sono semplici. Per prendere il 5S dovrei pagare 29 ore di lavoro subito, più 3 ore ogni mese per i prossimi 30 mesi, totale 119 ore di lavoro, 119 ore chiuso in un ufficio che non mi piace davanti a un computer che non mi piace a fare cose che non mi piacciono per sostituire a una variabile il numero 5S al posto del 4.
Comincio a pensare che sono a un passo dal dare i numeri.
Se devo fare i conti fino alla fine dovrei fregarmene dell’iPhone nuovo e contemporaneamente cambiare lavoro, il che significa cambiare vita, ma tanto della mia vita ho cambiato quasi tutto, manca solo il lavoro e poche altre briciole, è quasi il 2014, le mie chiappe sono stampate sui sedili dei treni per Roma che passano ogni 10 minuti, tanti numeri sono cambiati e molti ora sono proprio quelli che mi piacciono. Un 5S al posto del 4 in cambio di 119 ore di lavoro no, in effetti non mi piace. Che potrei fare in 119 ore? Un corso di volo prevede 16 ore di pratica e circa 30 di teoria, un corso di produzione musicale è di 7 ore, andare in spiaggia a godersi un tramonto impegna un’ora e mezza. 119 ore? Non non più abituato a capire quanto siano enormi 119 ore, quante cose strepitose possano nascere in quel tempo. Non sono più abituato perché, accettando di gettare 160 ore al mese in un lavoro al terzo posto della lista "questo non lo farò mai", il senso della misura ha avuto un infarto.

  E, dopo aver partorito questo ragionamento, leggo per caso un brano di quel genio di Mujica dove dice che lui tramuta tutto non in soldi ma in ore di lavoro necessarie a fornire quei soldi, arrivando alla conclusione che potrei tradurre con “io non avrò mai un iPhone 5S e ne sono felice”. Wow. Ho avuto un ragionamento quasi simile al grande Pepe Mujica. Mi piaccio. Anche se lui l’ha detto meglio:

La mia idea di vita è la sobrietà. Concetto ben diverso da austerità, termine che avete prostituito in Europa, tagliando tutto e lasciando la gente senza lavoro. Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco. Perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli.
“E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà. E se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi. L’alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui, che però ti tolgono il tempo per vivere.”


  Ora voglio vedere cosa mi inventerò il giorno in cui sarò in grado di coronare il mio sogno di acquistare un biplano. :)

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