martedì 6 marzo 2012

Benvenuti nel buffo spettacolo!


  Il corpo che indossiamo è un burattino. Nello spettacolo in cui si muove vive come gli altri burattini, convincendosi che tutto ciò che ha intorno sia la realtà, testone di cartapesta incluso.

  Nel burattino c'è una mano. Noi siamo la mano. Nascosti dentro il burattino, la parte veramente viva di quel corpo che si crede vero. Ma ci vuole un briciolo di pazzia per immaginarlo sul serio.

  Lo spettacolo è una finzione, una pantomima in cui le mani imparano sempre più l'arte del burattinaio, come un pianista ad ogni esecuzione impara a muoversi sulla tastiera in maniera sempre più perfetta. Quando un burattino muore forse la mano si sfila e indossa una nuova maschera, diventando un nuovo personaggio e comportandosi di conseguenza, ma conservando l'abilità che ha imparato sinora. O forse no. Quando lo scoprirò sarà troppo tardi per scriverlo in questo blog.

  Oltre il teatrino c'è un corpo unico. Un essere buffo con milioni di mani. Io sono spudoratamente agnosta, e come tutti gli agnostici convinti ma curiosi e senza preconcetti credo in qualcosa. Uh beh non lo chiamerò mai dio, e no. Un corpo unico che unisce tutte le mani e condivide con loro la vita, così come l'oceano unisce tutte le onde e dà loro la vita. Magari una semplice fonte d'energia spaventosamente immensa di cui noi, noi-mani, siamo le propaggini.

  È un buffo spettacolo questo. E ci distrae continuamente dal burattinaio con un milione di mani, anche se noi siamo parte di quel burattinaio.

  Beh, ho sempre creduto che la realtà sia solo il teatrino di questo burattinaio. Ultimamente poi un libro mi ha perseguitato ovunque andassi, Autobiografia di uno yogi di Pramahansa Yogananda, finché non l'ho acquistato. E ho scoperto che simpatici mattacchioni indiani dallo humor di un capocomico hanno fatto scienza di questo semplice quadro. Molti di loro sono mani senza burattini, non ne hanno più bisogno, altri entrano ed escono dal teatrino a piacere. Wow.
  Non credo che questo libro mi cambierà la vita, come continua ad affermare una mole inimmaginabile di gente magari sconosciuta che incontro casualmente, perché non mi dice nulla di veramente nuovo. Però me la renderà molto più felice dal momento che mi conferma che non sono l'unico strampalato visionario su questo pianeta di cartapesta. :)

1 commento:

Gianni Sarti ha detto...

Ma che piacere, Elena!! :) :) :)
Ho visto ora il tuo blog, m'è scappato un click su "segui"... :D

Hai ragione da vendere, Anobii è lento e ad ogni click suscita solo una comprensione migliore del concetto di era geologica. Grazie della dritta di Goodreads e bigrazie di avermi profilato! Sono talmente curioso che ci ho fatto un salto prima di inviare questo commento e... Ma per tutte le allepanze... Ma la copertina di "Input" è opera tua? :-O :-D Wow!